venerdì 20 febbraio 2015

Tre motivi per visitare la bulgara Plovdiv

Nel 2019 sarà capitale europea della cultura con Matera. È nella top 10 della Best in Travel Lonely Planet. Ed è abitata da 8mila anni.

Tra le destinazioni inserite da Lonely Planet nella sua Best in Travel 2015, guida che, pubblicata per la prima volta anche in italiano, indica le top 10 delle destinazioni da non perdere nell’anno appena iniziato, c’è anche Plovdiv. Che insieme a Matera è stata designata Capitale Europea Cultura per il 2019. Capitale storica della Tracia e seconda città della Bulgaria, in Italia è pressoché sconosciuta. Eppure ha uno dei centri storici più belli dell’Europa dell’est, notevoli rovine romane e altre che risalgono all’antichità, quando Plovdiv fu nell’ordine Eumolpias, Filippopoli, Trimontium.
LE ROVINE ROMANE. Plovdiv sorge sulle sponde del fiume Maritsa, in una pianura circondata dai monti Rodopi e dagli Antibalcani. Come Roma sorge su dei colli, che sono però sei e non sette, e proprio con la capitale italiana ha forti legami: nel 46 d.C. fu conquistata dai Romani, che la ribattezzarono Trimontium dopo aver cinto di mura i tre colli centrali e la resero capitale della Tracia. Le sue rovine sono state portate alla luce tra gli anni Settanta e Ottanta: oggi, nel centro di Plovdiv si possono riconoscere gli antichi anfiteatro, stadio, foro e odeon di epoca romana. L’anfiteatro, che fu scoperto in seguito a una frana nel 1972, fu costruito tra il 114 e il 117, sotto Traiano. Della cavea sono rimaste quattordici gradinate, ma allo stato originale poteva accogliere circa 6.000 spettatori, con settori riservati ai diversi distretti in cui era divisa Trimontium. Oltre alla cavea, dell’anfiteatro – che oggi ospita concerti e spettacoli vari – sono visibili i resti della scena e del proscenio. Proprio come lo stadio che, costruito prima della dominazione romana, misurava 250 metri in lunghezza e 74 in larghezza. Solo una piccola parte della struttura è stata riportata alla luce e si può vedere nella centralissima piazza Džumaja: il resto è sepolto sotto il livello della via pedonale principale di Plovdiv. All’inizio lo stadio fu utilizzato per lo svolgimento dei giochi atletici e solo nel IV secolo, sotto Teodosio, iniziò ad ospitare le corse dei carri. Con una capienza di circa 30.000 spettatori, fu il simbolo della ricchezza della fiorente città di Philippopolis prima e Trimontium poi. Il foro romano risale invece al II secolo ed era il suo centro economico, politico e culturale. Dalla forma rettangolare, misurava 184 metri per 136 ed era circondato da un portico colonnato: nella sua parte nord-orientale si possono riconoscere i resti dell’antico Odeon.

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