sabato 14 giugno 2014

Bulgaria, il declino dei media

Nonostante sia parte dell'Ue, la Bulgaria vive negli ultimi anni un drammatico deterioramento della libertà di stampa e di espressione. Tra le principali cause concentrazione mediatica, autocensura, pressioni sui giornalisti. Ne abbiamo parlato col professor Orlin Spasov

Orlin Spasov, professore associato della Facoltà di Giornalismo dell'Università "Sveti Kliment Ohridski" di Sofia, si occupa delle trasformazioni nella sfera pubblica dovute all'evoluzione dei media tradizionali e new-media. Autore di numerosi volumi sul mondo della comunicazione, tra cui " Transition and the Media: Politics of Representation"  (2000), " Sport and Politics: Media Rituals, Power Games"  (2013), " Internet in Bulgaria"  (2014, attualmente in corso di stampa). E' direttore esecutivo della Media Democracy Foundation ( fmd.bg ).
Negli ultimi anni molte organizzazioni internazionali segnalano un forte e costante peggioramento della libertà di stampa in Bulgaria. E' d'accordo con questo giudizio poco lusinghiero?
Difficile non essere d'accordo con tale valutazione, quando arriva in modo coerente da fonti così numerose e diversificate, evidentemente basate su solidi dati empirici. Individuare le ragioni di tale declino non è facile: i media non sono mai un elemento isolato, ma fanno parte di un sistema complesso a cui partecipano politica, economia, cultura. redo si possano però individuare due motivi principali. Da una parte l'influenza e pressione sui media bulgari da parte dell' establishment politico ed economico, che porta a fenomeni come l'autocensura. Dall'altra il rapido declino culturale dei media, con la progressiva affermazione di temi superficiali a danno dell'approfondimento.
Questo peggioramento è avvenuto in modo marcato dopo l'ingresso della Bulgaria nell'Unione europea...
Non credo ci sia una relazione diretta tra la membership europea della Bulgaria e il peggioramento della libertà di stampa nel paese. C'è stata piuttosto in questi anni la comparsa di “giocatori” molto più aggressivi nel settore dell'informazione, pronti a mettere i propri media al servizio di interessi economici e politici.

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