domenica 16 marzo 2014

Bulgaria, le europee della verità

Le prossime elezioni europee (25 maggio) in Bulgaria arrivano dopo un periodo di grandi tensioni politiche e sociali. Ecco perché, secondo molti osservatori, costituiranno un vero referendum sull'attuale - e contestato - governo di centro-sinistra. L'analisi del nostro corrispondente da Sofia
La Bulgaria si prepara a votare per la terza volta per il Parlamento europeo, dopo le consultazioni “eccezionali” del 2007, necessarie per mandare a Bruxelles gli europarlamentari del paese appena diventato membro dell'Unione (a cui parteciparono il 28,6% degli aventi diritto), e quelle generali del 2009 (con affluenza al 37,5%).
Le europee del prossimo 25 maggio saranno elezioni estremamente significative per la Bulgaria, soprattutto per il momento particolare in cui arrivano. Il paese viene da un lunghissimo periodo di grave instabilità politica, scatenata nell'inverno 2012 da proteste di piazza contro povertà, corruzione e gestione oligarchica dell'economica. Proteste in grado di far cadere il governo del carismatico Boyko Borisov, e del suo movimento “Cittadini per uno Sviluppo europeo della Bulgaria” (GERB).
Le conseguenti elezioni anticipate del maggio 2013, hanno però disegnato un paese politicamente diviso. Al governo è andata una fragile coalizione tra il Partito socialista bulgaro (BSP) e il Movimento per le libertà e i diritti (DPS), considerato espressione politica della minoranza turca in Bulgaria. Così fragile, da aver bisogno dell'appoggio esterno del partito ultra-nazionalista “Ataka”.

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