Pensionati e imprenditori dell’isola si trasferiscono vicino a Sofia, tentati dall’ultima frontiera della vita low cost
SASSARI. L’inverno ha l’abbraccio gelido di temperature artiche. Non c’è il mare, e la lingua è un inferno cirillico di segni incomprensibili. Ma la Bulgaria è la nuova terra promessa per i nonnini di mezza Europa e per gli imprenditori pronti ad trasferirsi ai piedi dei Carpazi.
Tutti in fuga dalla crisi. Non che la Bulgaria si sia salvata dalla miseria globale, ma il tenore di vita low cost del paese e i milioni di euro che arrivano dall’Unione europea per infrastrutture e formazione, rendono più dolce la vita nel paese balcanico. Così la colonia di sardi continua a crescere, e a invadere la Bulgaria.
Nonnini in fuga. Sono tanti gli anziani con una pensione di mille euro, che in Italia non riescono più a sopravvivere. Scoprono un improvviso amore per l’ex repubblica socialista, sbrinata dopo 40 anni di blocco sovietico, e prendono casa nei sobborghi di Sofia. 250 euro al mese di affitto per un buon appartamento, un tenore di vita molto più basso. La pensione proletaria diventa un gruzzolo da quasi borghese. E a 70 anni ci si scopre di nuovo benestanti.
“Qua fa freddo e la lingua è un enorme ostacolo – racconta Alessandro Calia, vicepresidente del circolo di emigrati sardi “Sardica” di Sofia –, ma per chi ha una pensione da mille euro, o qualcosa di più, si riesce a vivere in modo molto più che dignitoso”.
Non solo pensionati in fuga dall’Italia dai prezzi sempre più folli, ma anche tanti lavoratori che sperano di trovare una nuova vita nel paese bulgaro. Tanto che il circolo ha aperto uno sportello, e un numero 00359893637702, per aiutare i sardi che vogliono trasferirsi in Bulgaria. Negli ultimi anni ne sono arrivati tanti. E le richieste continuano a crescere.
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