Era febbraio 2013 quando Borisov, di fronte a un’ondata di manifestazioni spesso sfociate nella violenza, apri’ la crisi dimettendosi e puntando diritto alle elezioni anticipate. Una scelta che, allora, gli analisti valutarono come un azzardo volto a prendere d’anticipo l’opposizione del Partito socialista bulgaro (Bsp). Le cose, nel voto di maggio 2013 non andarono come lui sperava: il suo Gerb si confermo’ primo partito ma risulto’ politicamente isolato, perdendo anche l’opportunita’ di formare una coalizione con l’ultradestra di Ataka e dovette passare la mano.
Ne approfittarono i socialisti che, assieme al partito moderato riformista Dsp e con l’ambigua astensione di Ataka fece da base di sostegno per un governo tecnico a guida Plamen Oresharski, il cui compito e’ stato sostanzialmente quello di mettere in atto misure d’austerita’.
Questa è una notizia dell’agenzia Asca.
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