Mentre continuano le proteste di piazza che ne chiedono la testa, il primo ministro bulgaro, Plamen Oresharski, ha avvertito oggi che il bilancio di quest'anno dovrà essere rivisto. "Il budget di quest'anno era stato pianificato in maniera ottimistica, assumendo che ci sarebbe stata una ripresa economica, accresciuti consumi e attese irrealistiche sulla situazione all'estero", ha affermato il capo del governo parlando di fronte al Parlamento.
"Ovviamente - ha continuato - questo scenario macroeconomico non si è materializzato". Le entrate fiscali, secondo le sue stime, saranno 500-600 milioni di leva (255-310 milioni di euro) inferiori al previsto e la spesa pubblica di 650 milioni di leva (333 milioni di euro). L'economia della Bulgaria, che è considerato il paese più povero dell'Unione europea (Ue), lo scorso anno è cresciuta dello 0,8%, mentre quest'anno è prevista una crescita dell'1%.
Il governo aveva previsto un deficit di bilancio dell'1,4% sul pil, il più basso dell'Ue. Oresharski a questo punto si trova di fronte a due esigenze contrastanti tra loro: tenere i conti pubblici all'interno dei parametri richiesti dall'Ue e aumentare la spesa pubblica per cercare di dare un po' di sollievo a una popolazione stremata dalle politiche di austerità e con alti livelli di disoccupazione.
Il disagio sociale, che è il principale motore che sta spingendo i bulgari in piazza da mesi al di là delle contingenti motivazioni che sono state di volta in volta addotte, ha portato già alla caduta del governo di centrodestra di Boiko Borisov. Da settimane a Sofia si tengono manifestazioni per chiedere le dimissioni del governo Oresharski, un esecutivo tecnico sostenuto da socialisti e partito della minoranza turca, dopo la nomina - poi ritirata - del discusso tycoon televisivo Delyan Peevski a capo dell'agenzia nazionale di sicurezza.
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