Un breve cenno storico. La Bulgaria, che faceva parte del blocco dei paesi sconfitti durante la Prima guerra mondiale, sottoscrisse nel 1919 il trattato di Neuilly ( Neuilly-sur-Seine è un sobborgo di Parigi). In base a questo trattato al Regno dei serbi, croati e sloveni (Jugoslavia a partire dal 1929) andò la parte della Macedonia che in precedenza era inclusa nella composizione della Bulgaria.
Proprio a questi territori pretende il partito parlamentare di stampo nazionalista dal nome aggressivo “Attacco”. Al primo sguardo, i suoi ideologi hanno argomenti imbattibili, cioè la questione deve essere regolata prima dell’ingresso nell’Ue della Serbia e della Macedonia. Inoltre, la Serbia, i paesi della ex Repubblica jugoslava e la Macedonia non possono essere considerati successori legali dello Stato serbo-croato-sloveno, sostengono gli ideologi dell’“Attacco”.
Esperti delle tre parti coinvolte, ossia della Bulgaria, Serbia e Macedonia, ci aiutano a capire i motivi del conflitto. Secondo l’opinione di Marian Karaghiozov, giovane studioso dall’Istituto della balcanistica presso l’Accademia delle scienze bulgara:
In questo caso si tratta di un “prodotto” ad uso politico interno, anziché quello destinato all’estero. Le pretese territoriali nei confronti dei paesi vicini sono assolutamente inammissibili. Cercare di revisionare il trattato di quasi cent’anni fa significa peggiorare i rapporti con i vicini, che attualmente sono abbastanza buoni, ed anche con la Serbia e la Grecia. Una cosa sono i sentimenti di una grande parte della popolazione, che ritiene ingiusto il trattato di Nauilly. Tutt’altra cosa è quando la popolazione, sull’onda del malcontento sociale per i problemi interni, comincerà a sostenere gli umori nazionalistici di determinati partiti politici in merito alle pretese territoriali verso i vicini. Penso che ciò non succederà.
Marian Karaghiozov spiega in questo modo l’azione inopportuna e poco perspicace del partito “Attacco”:
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