La Commissione Europea ha deciso ieri di chiudere la procedura d’infrazione avviata nei confronti della Bulgaria per gli obblighi supplementari che Sofia imponeva ai cittadini Ue non bulgari che intendevano godere del diritto di voto attivo o passivo alle elezioni locali ed europee (ad esempio, l’obbligo di fornire il numero e la data del certificato di residenza). “Dopo che la Bulgaria ha modificato la normativa in questione, la Commissione ha deciso di chiudere l’azione legale intentata nei suoi confronti”, si sottolinea in un comunicato di Bruxelles. Dal 2010 l’esecutivo comunitario ha rilevato analoghi ostacoli all’esercizio del diritto di voto in altri dieci stati membri (Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria), che nel frattempo sono stati quasi tutti superati.
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