Quando si dice l'uomo giusto al posto giusto. Per il gruppo energetico trentino Pvb, l'investimento da 115 milioni di euro in Bulgaria non avrebbe avuto lo stesso successo, se alla guida dei progetti nel comune di Svoge non ci fosse stato Plamen Dilkov. Quarantadue anni, un passato in Russia, ma soprattutto una laurea in ingegneria in Italia con vent'anni di vita a Trento. E naturalmente, natali bulgari. Un perfetto trait d'union fra due culture. La conoscenza del settore professionale unita alla conoscenza del Paese di destinazione dell'investimento.
Persone come Dilkov possono essere la chiave di successo dell'internazionalizzazione d'impresa, soprattutto per una Pmi. Nativi di Paesi esteri, oppure italiani che oltre confine hanno studiato e lavorato: ecco le risorse umane capaci di fare la differenza in un investimento. Per la Pvb, Dilkov ora è diventato l'amministratore delegato della controllata bulgara: «Su commessa del comune di Svoge – racconta – stiamo realizzando nove piccole centrali idroelettriche. Un business che si è aperto per caso: durante una missione in Bulgaria i vertici dell'azienda hanno incontrato le istituzioni di Svoge, si sono piaciuti e il progetto è andato alla Pvb senza troppe lungaggini».
«I fondamentali della Bulgaria rimangono solidi con buone potenzialità di crescita a partire dal 2014» ha detto Andrea Casini, direttore generale Unicredit Bulbank, che la scorsa settimana ha partecipato a Sofia a un convegno dedicato proprio alle nostre "multinazionali tascabili", organizzato da Ice e Confindustria Bulgaria. «Il sistema fiscale e bancario del Paese sono stabili – ha aggiunto – e l'ambiente industriale è favorevole agli investimenti sia sotto il profilo dei settori più tradizionali come agroindustria, metalmeccanica, tessile e calzaturiero, sia per settori più innovativi come energia e nuove tecnologie. Negli ultimi tre anni il portafoglio crediti di UniCredit Bulbank per quanto riguarda le società italiane è raddoppiato».
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