Il voto spacca i bulgari sulla legalità, la crisi economica e i rapporti Stato-Mafia: è il remake della crisi italiana, con l'aggiunta della nazione più povera d'Europa. Ma Roma e Sofia sono così lontane?
La più povera nazione d’Europa, crisi economica alle stelle, cittadini piegati da tasse e costo dell’energia: la Bulgaria torna alla ribalta con un voto discusso e inconcludente, che la lascia ingovernabile. Sofia è sola di fronte all’Europa sempre più lontana, e rischia di diventare il modello negativo dell’Unione. E un monito diretto per l’Italia.
Borisov, crisi economica e corruzione. Il 20 febbraio è caduto il Governo del partito conservatore Gerb, guidato dal premier Boyko Borisov. Un personaggio molto discusso per i suoi legami con la mafia bulgara e per le sue storie di corruzione interna tutt’ora sotto inchiesta. Avrebbe infatti usato una legge-truffa sulle privatizzazioni per concedere, in cambio di mazzette, il monopolio per l’energia elettrica all’azienda CZE, che conta nel suo direttivo esponenti mafiosi. Ai giornali sono arrivate le intercettazioni di diverse telefonate tra i vertici dell’azienda e il premier, che non lasciano grande spazio ai dubbi.
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