venerdì 26 aprile 2013

Kink e la techno-house di Sofia

E' uno dei più influenti dj in Europa: Strahil Velchev, alias Kink. Ha saputo sviluppare uno stile originale, che guarda al passato, ma non meno all'universo underground, al soul americano e a qualunque tendenza futurista
Testa quasi rasata, magliettina attillata e barbetta ben curata, dinoccolato, dall'aria simpatica, uno smanettone di prima categoria; affezionato tanto al vintage di pezzi come il Roland RE-201 Space Echo, oggetto di culto degli anni Ottanta, quanto alla proposta "sintetica" dell'MFB Microzwerg.
Così si presenta uno dei più audaci performer della scena techno-house dei Balcani: Strahil Velchev, alias Kink. Può essere considerato uno dei più influenti dj presenti in Europa, che con il suo stile e la sua voglia di sperimentare ha saputo catturare l'attenzione di figure di primo piano a livello internazionale, fra tutti Neville Watson, cultore dell'acid-house anni Ottanta, attore mancato e grande dj; un po’ come è accaduto per Vegim e Nani Killa per il Kosovo. Al di là della sua eccezionale creatività, ha remixato importanti epigoni della musica elettronica mondiale, come Hercules and Love Affair, Patrick Cowley, Blake Baxter, Riva Starr, Pete Tong e Dave Spoon.
Frutto della sua passione sfrenata per il genere, coltivata fin dalla tenera età e supportata dal desiderio di riuscire presto a proporre qualcosa di personale, Kink ha saputo sviluppare uno stile originale, che guarda al passato, ma non meno all'universo underground, al soul americano e a qualunque tendenza futurista. "Un pizzico di soul, il groove dell'house e della techno, il futurismo, un po’ di sperimentazione elettronica e l'energia dell'acid", sono le parole con cui lo stesso Kink designa il suo manierismo.
 

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