lunedì 20 gennaio 2014

Il business delle auto italiane con targa bulgara

Negli ultimi anni si sta assistendo, specie in nord Italia, ad un aumento esponenziale di automobili con targa bulgara. Il fenomeno sta assumendo connotati preoccupanti in quel di Milano, dove ormai non manca mani una macchina con una targa di quel Paese, liberamente circolante nelle strade cittadine. Il fenomeno ha destato la curiosità dei cittadini e delle forze dell’ordine che stanno indagando su quella che viene ritenuta un’evasione fiscale in piena regola.

IL BOOM DELLE TARGHE BULGARE - Spesso capita di vedere specie in nord Italia vetture con targa bulgara. se all’inizio si poteva pensare ad un percorso migratorio imponente da due regioni della Bulgaria, con il passare dei mesi è apparso evidente che la presenza sempre più cospicua di tali targhe doveva spiegare un qualcosa di più. E si moltiplicano i casi di cronaca relativi ad auto con targa bulgara coinvolte in atti di evasione. Come ci ha ricordato La Stampa lo scorso 31 dicembre, ci ha parlato della scoperta da parte della Guardia di Finanza di un’Alfa 166 immatricolata in Bulgaria da una famiglia di macedoni residente a Tortona.
GLI ULTIMI CASI - La vettura era stata immatricolata in quel Paese per evadere le tasse e sfuggire alle multe ma il proprietario è stato poi denunciato dai carabinieri di Solero per concorso in truffa ai danni dello Stato. La macchina risultava esportata con tanto di radiazione dai registri del Pra ma di fatto era rimasta circolante in Italia ed era stata re-immatricolata in Bulgaria a nome di uno dei possessori. Un altro caso risalente a marzo è stato invece riportato dal Secolo XIX che ci parla delle denunce ai danni d’imprenditori possessori di Suv ed Audi immatricolati in Bulgaria per scamparla dal bollo auto e dall’assicurazione di massimo 100 euro. In questo caso le vetture venivano intestate a dei prestanome che al costo di 500 euro fornivano dati e nominativi da mettere sulle carte di circolazione.

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